#Inow: Un quadro, una foto, una canzone o una personalità: tutto può essere fonte di ispirazione.
Questo è il messaggio che Ivories ha deciso di comunicare attraverso molteplici storie di donne dal temperamento forte e dalla spiccata individualità, per raccontare quello che succede “adesso”. Ognuna di loro, con il proprio background e le proprie caratteristiche, interpreta l’universo del brand.
1. Jenny Greenstein – blogger, “Your soul style” “Soul Style” significa esprimere sé stessi attraverso lo stile. Da sempre gli abiti e gli accessori sono simbolo di cultura, di status socio-economico e di tradizione per ciascun individuo. Il piercing al naso delle donne indiane, ad esempio, ha un significato legato al matrimonio e alla bellezza. Lo sheitel è il copricapo utilizzato dalle donne ebree in osservanza del requisito sulla legge ebraica sulla copertura dei capelli e, in Giappone, il kimono è ancora molto utilizzato a dispetto della crescente occidentalizzazione dei costumi. Forse per queste donne è più facile, visto che provengono da realtà caratterizzate da una cultura molto omogenea. Ma cosa succede quando non ci sono regole e restrizioni? Quando si è liberi di scegliere il proprio modo di essere? Come ci si crea uno stile?
2. Julia Knox – designer @ Barbara Feinman Una combinazione di eleganza e maestria, con un occhio alla moda e un pizzico di bizzarria rende unici i cappelli di Barbara Feinman, ricercati da una sempre più ampia e variegata clientela. Dopo aver concesso, per molti anni, i propri prodotti a diversi rivenditori negli Stati Uniti, da Barneys a piccole boutiques selezionate, nel giugno del 1998 Barbara ha aperto il suo atelier nel cuore dell’East Village di New York. Julia è una sua collaboratrice: le loro creazioni sono state esposte all’American Craft Museum e recensite su diverse testate come The New York Times, Allure New York Times Magazine, Forbes, Time Out New York, Essence e Victoria. Tra i clienti troviamo persone di varia nazionalità, musicisti avante-gard, signore dell’upperclass new yorkese e fashionistas dell’East Village. Non mancano le celebrities, come Beyonce, Chloe Sevigny, Yoko Ono, Sean Lennon, Marisa Tomei, Glenn Close e molti altri.
3. Dianna Daoheung – Chef/Capo Pasticciere @ Black Seed Bagels Dopo la prima esperienza lavorativa nel settore della pubblicità, Dianna ha cambiato rotta e frequentato una scuola di cucina, per poi approdare al bistrot Mile End, dove ha lavorato con Noah Bernaboff (oggi proprietario, insieme a Matt Kliegman del Black Seed Bagels). Da lì è nata la sua passione per prodotti da forno, che l’ha portata ad affinare la tecnica, fino a creare la ricetta del famoso bagel New York/Montreal mashup, venduto al Black Seed.
4. Leslie Padoll – blogger e biker, breakinghertsandburningrubber.tumblr.com Giovanissima e originaria di Brooklyn, Leslie è appassionata di moto d’epoca, che aggiusta e customizza. Nel suo blog le immagini delle avventure on the road, in giro per gli Stati Uniti, ma non solo.
5. Amy Tichenor– jewellery designer @ Featherstone Design Featherstone Design si trova nel quartiere newyorkese di Tribeca e soddisfa le richieste di una clientela esigente in fatto di gioielleria. Con materie prime quali il platino, l’oro 18 karati e gemme preziose, Deirdre Featherstone ha creato una collezione unica. L’influenza del XIX e del XX secolo combinata all’artigianalità danno vita ad un classico ma allo stesso tempo moderno concetto di gioielleria.
6. Le Xu – ristoratrice @ Aux Epices Tra Nolita e Chinatown si trova un ristorantino dove i piatti speziati della cucina malese si fondono con la tranquillità del quartiere. Al timone del locale, marito e moglie che servono un menu caratterizzato da profumati piatti al curry (ne fanno uno speciale con le cozze), invitanti rolls come quello di mango-avocado e gigantesche porzioni di delizioso cibo tipico malese, tutto a prezzi convenienti.
7. Barbara Shaum – Artigiana Barbara Shaum è un’elegante signora, dolce d’aspetto, ma con un carattere molto forte e deciso. Infatti a New York è una leggenda. Amatissimi i suoi sandali in pelle (fatti a mano dal 1970), che ancora oggi produce insieme ad altri articoli di pelletteria nel suo studio dell’East Village (la cosa più bella è che si possono richiedere anche su misura o personalizzati). Al giorno d’oggi è una preziosa rarità poter entrare in un negozio e scambiare due parole con l’artigiano che produrrà l’articolo acquistato .
Per ulteriori info visitate ivories.it
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